On Medicine

Anno XIV, Numero 2 - giugno 2020

coverImage

IL PARERE DELLO SPECIALISTA

I disturbi d’ansia nella popolazione generale

A. Sessa

L’ansia è una reazione di allarme e allerta psichica che potenzia le capacità operative del soggetto nel risolvere una situazione. È di per sé una condizione psicologica fisiologica; diventa patologica quando tale reazione è quantitativamente esagerata, con conseguente caduta nel livello delle prestazioni (Fig. 1).


Figura 1. Curva di Yerkes-Dodson che evidenzia il passaggio da normale stato di allerta psichica (ansia fisiologica) a perdita del controllo dello stato emotivo (ansia patologica).

I disturbi d’ansia sono molto probabilmente causati da un’interazione tra fattori ambientali e specifiche vulnerabilità neurobiologiche che coinvolgono mediatori chimici cerebrali come serotonina, noradrenalina, dopamina, GABA e recettori oppioidi endogeni.1
In Italia si stima una prevalenza dei disturbi d’ansia del 10,4%, maggiore nel sesso femminile (12,4-13,1%) rispetto a quello maschile (6,9-7,5%);2 si assiste a un continuo, sensibile incremento dell’incidenza che giustifica la necessità di poter riconoscere anticipatamente gli stati cosiddetti “sottosoglia”.3 Infatti, i sintomi all’inizio possono essere di lieve o moderata entità, atipici, mascherati, di breve durata o ricorrenti; talvolta chi ne soffre tende a somatizzare questo disturbo sotto forma di stanchezza, apprensione costante, disturbi del sonno, tachiaritmie, disturbi addominali, mal di testa.4
I disturbi d’ansia non riconosciuti e curati correttamente causano un forte disagio psichico, che può alterare significativamente la qualità di vita; è stato dimostrato che se i pazienti portano con sé questi disturbi per più di 12 mesi presentano un grado di severità dei sintomi maggiore e un tempo di guarigione più lungo rispetto a chi viene preso in cura più precocemente.5

Ansia ed età


I disturbi d’ansia possono colpire tutte le fasce di età, ciascuna delle quali presenta caratteristiche peculiari.
Nella fascia pediatrica/adolescenziale possono evidenziarsi condizioni comportamentali ansiose, che vengono solitamente rilevate nell’ambiente scolastico, in seno alla famiglia o dal pediatra, secondarie il più delle volte a un disagio familiare o a separazione dei genitori. Lo specialista di riferimento per questi casi è il neuropsichiatra infantile.
Il giovane adulto, intendendo quella fascia di età che va dai 20 ai 60 anni, solitamente è caratterizzato da una personalità sana, attiva, che raramente usufruisce di cure mediche, se non in maniera estemporanea, anche in presenza di sintomi ansiosi di un certo rilievo.
Poi abbiamo la fascia di età superiore a 60 anni; questa popolazione spesso soffre di patologie croniche e disturbi funzionali. La letteratura è ricca di riferimenti circa il fatto che le malattie croniche possano essere di per sé causa di disturbi d’ansia, così come alcune terapie farmacologiche (Tab. 1); anche la disabilità, quando presente, può essere causa di disturbi dell’umore significativi.6


Tabella 1. Patologie e farmaci causa di disturbi d’ansia


Ansia e benzodiazepine


Il ricorso alle benzodiazepine per il trattamento dei disturbi d’ansia cominciò a partire dagli anni ‘60, e il loro uso si diffuse rapidamente grazie a un buon profilo di tollerabilità se paragonato a quello dei barbiturici. Il meccanismo d’azione delle benzodiazepine si è scoperto e compreso circa due decadi dopo la loro immissione in commercio, contemporaneamente al fatto che i clinici cominciarono a scoprire fenomeni di abuso e dipendenza.7
La prevalenza d’uso nella popolazione generale è del 4-5%, con una netta maggior diffusione nel sesso femminile;8 negli ultimi anni si è assistito a un sensibile aumento del loro consumo: tra i primi venti principi attivi di classe C che necessitano di ricetta medica per la dispensazione, sei sono benzodiazepine.9

L’alternativa vegetale


L’uso di medicinali di origine vegetale può essere considerato una valida alternativa alla prescrizione e all’impiego di psicofarmaci, quali benzodiazepine o inibitori del reuptake della serotonina, specie nelle forme iniziali e minori.
Le fitomedicine sono un insieme di complessi multicomponenti che contengono ingredienti farmacologicamente attivi che agiscono su diversi target biologici, con minori eventi avversi e con basso rischio di interazione tra farmaci; costituiscono quindi una interessante alternativa soprattutto nella cura delle persone anziane, in cui le politerapie sono frequenti e comuni.10 L’uso di farmaci con un buon profilo di sicurezza e con una potenziale ridotta interazione è particolarmente importante in questa fascia d’età, tenendo conto che le terapie per i disturbi d’ansia possono durare mesi.11,12


A cura di
Aurelio Sessa
Medico di Medicina Generale, Varese
Specialista in Medicina Interna
Società Italiana di Medicina Generale (SIMG)


Bibliografia


  1. Bandelow B et al. World Federation of Societies of Biological Psychiatry (WFSBP) guidelines for the pharmacological treatment of anxiety, obsessive-compulsive and post-traumatic stress disorders - first revision. World J Biol Psych 2008;9:248-312.
  2. VIII Report Health Search 2014. www.healthsearch.it.
  3. Haller H et al. The prevalence and burden of subthreshold generalized anxiety disorder: a systematic review. BMC Psychiatry 2014:14:128-40.
  4. Alvarez E et al. Broadening of Generalized Anxiety Disorders Definition Does not Affect the Response to Psychiatric Care: Findings from the Observational ADAN Study. Clin Pract Epidemiol Ment Health 2012;8:158-68.
  5. Lee S et al. Implications of modifying the duration requirement of generalized anxiety disorders in developed and developing countries. Psychol Med 2009;39:1163-76.
  6. Forsell Y et al. Prevalence and correlates of depression in a population of nonagenarians. Br J Psychiatry 1995;167:61-4.
  7. Wick JY. The history of benzodiazepines. Consult Pharm 2013;28:538-48.
  8. Olfson M et al. Benzodiazepine use in the United States. JAMA Psychiatry 2015;72:136-42.
  9. AIFA. L’uso dei farmaci in Italia. Rapporto Nazionale Anno 2018. www.aifa.gov.it.
  10. Loew D et al. Herbal medicine in practice: possible applications in geriatric diseases. Z Phytother 2010;31:145-8.
  11. Baldwin DS et al. Evidence-based guidelines for the pharmacological treatment of anxiety disorders: recommendations from the British Association for Psychopharmacology. J Psychopharmacol 2005;19:567-96.
  12. NICE 2007: National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE) Anxiety (amended): Management of anxiety disorders in adult in primary, secondary and community care. www.nice.org.uk.