On Medicine

Anno XI, Numero 2 - giugno 2017

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INTERVISTA

Intervista Dott. Velasquez

Velasquez G

L’Ambulatorio del Piede diabetico e Ferite complesse inaugurato presso la Casa di Cura Pierangeli di Pescara nel gennaio 2016 rappresenta un importante punto di riferimento per i pazienti affetti da Piede Diabetico, ulcere e ferite complesse. Questa struttura è la prima sul territorio in grado di mettere a disposizione dei pazienti con queste problematiche un team multidisciplinare preparato a gestire e trattare queste condizioni in modo specifico, offrendo un servizio eccellente.
Il Dottor Gustavo Velasquez è Direttore dell’Ambulatorio. Impegnato da più 25 anni nella ricostruzione e nel wound care in Italia; il Dottor Velasquez opera da 15 anni in Italia in questo campo. Lo abbiamo intervistato su questo tema per voi.



Dottor Velasquez, come è nato l’Ambulatorio del Piede diabetico e Ferite complesse della Casa di Cura Pierangeli di Pescara?


L’Ambulatorio è nato da una mia idea. Esercito la professione di Chirurgo Generale in Italia da circa 15 anni, ma ho maturato negli anni precedenti una grande esperienza nel mio Paese d’origine, il Venezuela, nella ricostruzione tissutale e nel trattamento del Piede Diabetico.
Ho voluto mettere a frutto la conoscenza così acquisita creando un Ambulatorio dedicato alla cura del Piede diabetico e delle Ferite Complesse, anche per poter offrire ai pazienti affetti da queste condizioni un’assistenza di qualità senza che debbano spostarsi in altre Regioni per trovarla. Questo Ambulatorio, infatti, è in grado di offrire un servizio che dispone di tecnologie, materiale e organizzazione propria dei grandi Centri ubicati altrove.


Ci può illustrare brevemente l’attività dell’Ambulatorio?


L’Ambulatorio, convenzionato con il Sistema Sanitario Nazionale, è aperto al pubblico nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì. Svolge un’attività dedicata al trattamento di lesioni, ferite e ulcere con difficoltà alla guarigione, attraverso l’utilizzo di materiali e tecniche all'avanguardia.
Per ferite difficili o complesse si intendono quelle che non guariscono in 8/12 settimane, che sono considerate “croniche” e necessitano quindi di una valutazione specialistica.
La prestazione ambulatoriale serve però prima di tutto al Medico per conoscere il paziente e instaurare con lui un rapporto di fiducia: sono quindi disponibili diversi tipi di percorsi, destinati a pazienti affetti da Piede Diabetico, ulcere vascolari arteriose, venose, linfatiche o miste; ulcere reumatiche o neoplastiche e, ancora, ulcere da trauma, da pressione; lembi o innesti compromessi. Lo scopo di questi percorsi diagnostico-assistenziali è quello di migliorare la condizione della ferita e diminuire il dolore, favorendo così la guarigione.
Tra gli esami che vengono condotti sul paziente, oltre a un’appropriata valutazione e alla medicazione avanzata, si eseguono indagini strumentali mirate (tra cui l’ossimetria e la determinazione dell’Ankle-Brachial Index - ABI) per impostare il protocollo terapeutico più idoneo e personalizzato.
Presso la Struttura è inoltre disponibile un Reparto di degenza dedicato, in modo da poter disporre il ricovero del paziente qualora la patologia non possa trovare risposte efficaci in regime ambulatoriale per gravità, complessità e necessità di alta intensità di cura.


Lei ha in cura pazienti con problematiche diverse, dal soggetto diabetico a pazienti con ulcere o ferite complesse. Come si struttura la gestione di soggetti con caratteristiche così differenti?


Come già detto, l’Ambulatorio assiste pazienti con patologie molto diverse e l’assistenza cambia di conseguenza. Nel caso di ferita infetta è comune la pratica del debridement chirurgico con bisturi d’acqua o a ultrasuoni, cui segue nella fase post-operatoria l’applicazione di medicazioni di ultima generazione con terapia a pressione negativa, che rappresenta il gold standard per assicurare l’attecchimento del tessuto. Per il paziente con Piede Diabetico l’approccio è diverso, inoltre spesso i soggetti che si rivolgono all’Ambulatorio presentano anche delle patologie concomitanti, perciò il percorso di cura è differenziato anche in funzione di questo e prevede un approccio multidisciplinare. Per esempio, nel caso di un soggetto affetto da Piede Diabetico e ischemia critica, si coinvolge anche lo specialista Endovascolare in modo che, durante la degenza, sia effettuato anche un intervento di angioplastica percutanea.


Quali sono le maggiori criticità nella gestione di queste condizioni?


Sono sicuramente diverse. Innanzitutto il nostro operato è guidato dal rispetto di una serie di norme, condivise a livello internazionale, per garantire l’asepsi e l’antisepsi, impieghiamo pertanto materiale adeguato, in modo anche da evitare che il paziente possa provare dolore e cerchiamo sempre di programmare le medicazioni e la Chirurgia in modo da consentire un intervento urgente per salvare l’arto; inoltre il personale è istruito in tal senso, in modo da garantire un controllo regolare e quotidiano delle condizioni del paziente per consentire in questo modo il trattamento più precoce e adeguato.


Dottore, in che modo è possibile a Suo parere migliorare l’assistenza a questi pazienti?


L’assistenza a questo tipo di pazienti si può migliorare certamente rispettando tutti i parametri, nazionali e internazionali, e le Linee Guida sull’argomento, nonché curando in modo constante la preparazione del personale medico e paramedico. Inoltre un altro aspetto importante è quello di garantire la multidisciplinarietà e implementarla il più possibile, coinvolgendo figure diverse come il Diabetologo, il Cardiologo, l’Anestesista, il Chirurgo Vascolare, in modo da garantire sempre il massimo livello di assistenza al paziente.


Concludendo, quali sono secondo Lei le innovazioni che la ricerca potrà apportare nel trattamento del Piede Diabetico, delle ulcere o delle ferite complesse?


Sicuramente per quanto riguarda la tecnica del debridement chirurgico, con idrobisturi o con bisturi a ultrasuoni, l’impiego di medicazioni di diverso tipo potrà aiutare a migliorare il trattamento. Sono infatti disponibili materiali di copertura di diversa natura, in tessuto suino, equino o bovino, ora addirittura esistono medicazioni in cute autologa o omologa e tra poco sarà possibile effettuare impianti di tessuti costituiti da cellule staminali della frazione vasculo-stromale. Quest’ultima innovazione, in particolare, oggi è realtà soltanto in alcuni grandi Centri, ma presto si diffonderà e diverrà pratica comune anche presso il nostro Ambulatorio, consentendoci di garantire un’assistenza caratterizzata da ancor più elevati standard tecnologici.



Intervista con il Dottor Gustavo Velasquez
Specialista in Chirurgia Generale
Direttore Ambulatorio del Piede diabetico e Ferite complesse Casa di Cura Pierangeli
Pescara