On Medicine

Anno XV, Numero 2 - giugno 2021

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IL PARERE DELLO SPECIALISTA

Survey sull’impatto dell’emergenza Covid-19 nei pazienti con deficit severo di alfa1-antitripsina

Alice Maria Balderacchi

Pubblichiamo un interessante contributo estratto dal Numero 21 - 2020 di “Alfabello”, foglio informativo dell’Associazione Nazionale Alfa1-AT che persegue finalità di solidarietà sociale nell’assistenza dei soggetti portatori del deficit di alfa1-antitripsina e delle loro famiglie. L’associazione si avvale di un Comitato Scientifico ed è membro attivo del Gruppo IDA – Identificazione Deficit di Alfa 1-antitripsina – costituito da esperti affiliati alle principali Società Scientifiche pneumologiche nazionali (AIPO e SIP). Il Gruppo IDA si occupa di tutti gli aspetti scientifici relativi al deficit e tiene collegamenti internazionali con analoghi gruppi di studio presenti in molti paesi; inoltre, ha costituito una rete di Centri di riferimento di eccellenza su tutto il territorio nazionale a disposizione dei pazienti con deficit, e collabora con il Registro Nazionale del deficit di alfa1-antitripsina (RIDA1) e con il registro europeo del progetto EARCO (European alpha-1 Research Collaboration). La creazione di registri malattia, di collaborazioni internazionali tra Centri di riferimento e di registri multicentrici è fondamentale per acquisire nuove conoscenze sulle manifestazioni cliniche e sulla prognosi della malattia.



A partire da marzo 2020, e nel giro di poche settimane, oltre un centinaio di paesi ha assistito alla diffusione della sindrome respiratoria acuta grave Coronavirus-2 (SARS-CoV-2), che ha rapidamente assunto proporzioni pandemiche. COVID-19 è il nome dato alla malattia associata al virus. Secondo la letteratura le manifestazioni cliniche del COVID-19 sono eterogenee, con il 46,4% dei pazienti ricoverati in ospedale che ha riferito di avere almeno una comorbidità come broncopneumopatia cronico ostruttiva (BPCO), diabete, ipertensione e tumori maligni che predispongono i pazienti con COVID-19 a esiti clinici avversi. L’alfa1 antitripsina (AAT) è un enzima prodotto dal fegato ed è la proteinasi sierica più abbondante, la cui carenza, causata da una o più mutazioni patologiche nel gene SERPINA1, determina uno squilibrio nell’attività della proteina che può portare a epatopatie croniche e a malattie respiratorie come enfisema prematuro e BPCO. Un recente articolo ha esaminato il potenziale ruolo dell’AAT nell’infezione da COVID-19: le proteasi della serina, come TMPRSS2 e TMPRSS4, possono favorire l’ingresso di SARS-CoV-2 negli enterociti; inoltre, nei soggetti con una grave infezione da COVID-19 è stata osservata una lieve risposta antinfiammatoria dell’AAT verso l’interleuchina IL-16. Di conseguenza durante la Fase 2 del primo lockdown mi sono dedicata assieme alle mie colleghe alla creazione ed alla somministrazione di un questionario telefonico relativo all’impatto dell’emergenza del coronavirus in pazienti con Deficit Severo di alfa1 antitripsina (AATD). Gli scopi di questa survey sono stati molteplici: valutare l’incidenza dell’infezione da COVID-19 nei pazienti, valutare l’impatto del periodo di emergenza sulla gestione della terapia sostitutiva e raccogliere quesiti, domande e priorità contingenti da parte dei pazienti per implementare i nostri studi futuri. I soggetti contattati telefonicamente (principalmente durante il mese di aprile 2020) sono tutti caratterizzati da un’età uguale o superiore ai 18 anni e da una diagnosi di AATD Severo eseguita presso il Centro per la Diagnosi e il Coordinamento del Registro del Deficit Ereditario di alfa1 antitripsina di Pavia. Di oltre 500 pazienti contattati, 209 hanno risposto e aderito al progetto. Di questi il 49.7% appartengono al sesso maschile ed il 50.3% al sesso femminile. La maggior parte dei soggetti è risultata residente al Nord (64.55%), soprattutto in Lombardia. Non è stato possibile raggiungere il 47% dei casi contattati, in quanto per la maggior parte il recapito telefonico è risultato errato o non attivo. Circa una trentina di casi ha riferito di aver sviluppato negli ultimi 3 mesi sintomi riconducibili all’infezione da COVID-19: febbre, tosse, mal di gola, difficoltà respiratoria, sintomi gastrointestinali e perdita di gusto e dell’olfatto. Di questi, 8 sono risultati positivi al test sierologico o al tampone molecolare. Analizzando ulteriormente la popolazione in esame e prendendo in considerazione la categoria di pazienti con DAAT con patologie respiratorie, il 16,8% ha constatato i sintomi negli ultimi tre mesi : di questi 7 sono risultati positivi ai test per la rivelazione dell’infezione da COVID-19. Come si evince dalla Figura 1, purtroppo in un caso si è verificato un decesso in seguito a difficoltà respiratoria grave e ad un quadro polmonare compatibile con un’infezione da esposizione al virus.



Figura 1. valutazione dell’incidenza dell’infezione da COVID-19 nei pazienti con Deficit Severo di alfa1 antitripsina.


Per quanto riguarda la valutazione dell’impatto del periodo di emergenza da COVID-19 sulla gestione della terapia sostitutiva (Figura 2) il 61,4% dei pazienti in terapia sostitutiva ospedaliera ha subito una modificazione del regime di somministrazione a causa dell’emergenza, in particolare:
  • 9 pazienti sospendono la terapia per un periodo maggiore di 1 mese;
  • 7 pazienti passano alla terapia domiciliare;
  • 7 pazienti passano dalla terapia settimanale a quella bisettimanale;
  • 4 pazienti cambiano ospedale per la somministrazione.


Figura 2. Valutazione dell’impatto del periodo di emergenza da COVID-19 sulla gestione della terapia sostitutiva.


Nel concludere il questionario telefonico abbiamo infine raccolto quesiti, domande e priorità contingenti da parte dei pazienti, allo scopo di poter meglio indirizzare i nostri studi futuri. Ecco un elenco delle domande più frequenti che abbiamo annotato:
  • Sono più a rischio di essere contagiato da COVID-19? (16%)
  • In caso di contagio, avrò più problemi o complicanze? (7,5%)
  • Avrò una corsia preferenziale per tampone/test? (3%)
  • Posso prolungare l’astensione dal lavoro? (2,5 %)
  • Devo evitare le visite di controllo in questo periodo? (2%)
  • Devo prendere precauzioni particolari? (1,2%)
  • Devo proseguire la terapia sostitutiva? (1,2%)
  • Come gestirò la mia patologia in caso di contagio? (1,2%)
  • Devo fare la vaccinazione antinfluenzale per proteggermi maggiormente (da COVID)? (1%)
  • Avrò una corsia preferenziale quando sarà disponibile il vaccino? (1%)
  • Quale mascherina devo usare? (1%)
  • Devo fare il tampone/test sierologico anche se non ho sintomi? (1%)
  • Il Deficit di AAT è un fattore protettivo nei confronti del COVID-19? (1%)

Dall’analisi dei dati ottenuti è emerso che il deficit di alfa1 antitripsina sembrerebbe apportare un grave rischio relativo (RR) di 8,8 (IC 95% 5,1-20 , 0; p<0,0001) per l’infezione sintomatica da SARS-CoV-2; inoltre questo rischio relativo è risultato più alto nei soggetti con AATD con malattie polmonari preesistenti (5,4%) (RR 13,9; IC 95% 8,0-33,6; p <0,001). Gli individui con BPCO sono caratterizzati da una maggiore espressione nelle vie aeree di ACE-2, il recettore di ingresso per il virus COVID-19. L’alta frequenza di enfisema e BPCO nei pazienti con AATD potrebbe parzialmente spiegare i nostri dati. Una recente meta-analisi sull’infezione da SARS-Cov-2 ha evidenziato che individui con BPCO preesistente hanno un rischio quintuplicato di sviluppare una grave infezione da COVID-19; tuttavia dai nostri dati è emerso che nessun soggetto ha avuto necessità di cure intensive ospedaliere. Sebbene l’indagine non abbia documentato il comportamento individuale di ogni singolo paziente prima del lockdown, ci si aspettava che la frequenza ospedaliera potesse essere un fattore di rischio principale per l’infezione da SARS-CoV-2, ma solo 2 soggetti infetti su 8 hanno frequentato l’ospedale settimanalmente per la terapia sostitutiva.
Questi risultati preliminari evidenziano l’importanza di una stretta sorveglianza dei pazienti con AATD grave in questo momento di emergenza e sottolinea la necessità di ulteriori studi sul ruolo dell’antiproteasi nella prevenzione dell’infezione da SARS-Cov-2. Nostro scopo sarà proseguire le ricerche, cercando di essere “vicini” ai pazienti, nonostante la distanza.


Alice Maria Balderacchi
Centro di Diagnosi per il Defi cit Ereditario di Alfa1-antitripsina
Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Università degli Studi di Pavia



Ndr: la survey è stata recentemente pubblicata ed è consultabile online (Ferrarotti I et al. COVID-19 infection in severe Alpha 1-antitrypsin deficiency: Looking for a rationale. Respir Med 2021 Jul;183:106440. Epub 2021 Apr 30)