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Gastroenterologia

Celiachia, introduzione del latte vaccino non condiziona il tempo di insorgenza della malattia


L’alimentazione durante i primi mesi di vita potrebbe influire sul rischio di malattia celiaca. È stato riportato che gli individui con malattia celiaca o diabete di tipo 1 hanno elevati titoli di anticorpi contro le proteine del latte vaccino. L’evitare la formula a base di latte vaccino per i neonati con suscettibilità genetica per il diabete di tipo 1 riduce l’incidenza cumulativa degli autoanticorpi associati al diabete.
Un gruppo di ricercatori finlandesi ha effettuato uno studio nella stessa popolazione, pubblicato sulla rivista Gastroenterology, per valutare se lo svezzamento a una formula estremamente idrolizzata abbassasse il rischio di autoimmunità collegata alla celiachia o di sviluppare celiachia. Nello studio in doppio cieco, controllato e randomizzato, sono stati presi in esame 230 bambini (57% di sesso maschile) geneticamente predisposti al diabete di tipo 1 e con un parente di primo grado affetto da questa malattia. I piccoli sono stati reclutati da 15 ospedali della Finlandia tra il Febbraio 1995 e il Novembre 1997.
Nei primi 6-8 mesi di vita e ogni volta che il latte materno non fosse disponibile, 113 di questi pazienti sono stati assegnati a una formula con caseina idrolizzata e 117 alla formula convenzionale.
Successivamente sono stati raccolti campioni di siero, analizzati per gli anticorpi del latte vaccino durante i primi 2 anni e per gli anticorpi specifici per la celiachia per una mediana di 10 anni.
Sono stati anche prelevati campioni attraverso biopsie duodenali per misurare anticorpi di transglutaminasi tissutale (anti-TG2A) superiori a 20 unità relative.
I ricercatori hanno osservato che l’allattamento al seno è stato incoraggiato e ha superato le medie nazionali in entrambi i gruppi di studio e che i genitori sono stati invitati a non nutrire i bambini con alcun cibo per bambini e altri alimenti contenenti proteine bovine durante il periodo di intervento. L’adesione al protocollo è stata monitorata mediante interventi familiari regolari e con l’analisi degli anticorpi di latte vaccino nei campioni di siero.
Il 4,3% dei pazienti della coorte totale ha sviluppato la malattia celiaca e il 13,2% dei neonati analizzati per anti-TG2A è risultato positivo. I ricercatori non hanno rilevato differenze significative tra i gruppi nei casi di incidenza cumulativa di malattie celiache (HR=4,13; IC 95%, 0,81-21,02) o positività anti-TG2A (HR=1,14; IC 95%, 0,51-2,54).
È stato anche osservato che la durata dell’allattamento e l’età a cui sono stati introdotti i cereali risultavano comparabili tra individui con e senza celiachia o positività anti-TG2A. Inoltre, i neonati che avevano sviluppato la malattia celiaca avevano titoli di anticorpi di latte vaccino superiori prima di sviluppare autoimmunità celiaca o malattia celiaca; ciò potrebbe essere spiegato dalla presenza di un’anomala permeabilità intestinale anche prima dell'esposizione al glutine.
I risultati di questo studio indicano pertanto che lo svezzamento a una formula estremamente idrolizzata non diminuisce il rischio di autoimmunità di celiachia o malattia celiaca, sebbene siano indispensabili ricerche supplementari per chiarire il legame tra esposizione precoce al latte vaccino e sviluppo della malattia celiaca.







Hyytinen M et al. Avoidance of Cow's Milk-based Formula for At-risk Infants Does Not Reduce Development of Celiac Disease: a Randomized Controlled Trial Gastroenterology. 2017 Jul 5. pii: S0016-5085(17)35862-6.