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Ginecologia

Contraccezione definitiva dopo il parto: ascoltare le pazienti


Le differenze di prospettiva tra ginecologi e pazienti possono ostacolare una reale condivisione della decisione contraccettiva. Per questo è fondamentale che la consulenza sia realmente centrata sulla persona, evitando di dare per scontato che la reversibilità sia sempre un valore positivo. Solo un ascolto attivo e un'attenzione autentica alle preferenze individuali consentono di favorire scelte consapevoli e rispettose dell'autonomia femminile. Un recente studio ha approfondito questo tema, analizzando il momento della scelta contraccettiva dopo il parto. Attraverso interviste qualitative in diversi centri statunitensi, sono state raccolte le esperienze di circa settanta ginecologi e di oltre ottanta donne che desideravano una contraccezione permanente. L'obiettivo era comprendere motivazioni, valori e criteri che guidano le decisioni in questo ambito. Dall'analisi emerge un divario netto: molti specialisti tendono a proporre i metodi reversibili a lunga durata (LARC), come dispositivi intrauterini e impianti, sottolineandone la sicurezza e la possibilità di tornare indietro. Per le pazienti, invece, la richiesta di una soluzione definitiva risponde a esigenze diverse che i LARC non soddisfano e che sono condizionate da fattori quali il desiderio di mantenere un ciclo mestruale naturale alla percezione di benefici oncologici, le esperienze negative precedenti, la volontà di non avere un corpo estraneo all'interno del proprio organismo.







Thornton M, et al. Patient and obstetrician-gynecologist perspectives on considering long-acting reversible contraception for postpartum patients who desire permanent contraception. Contraception. 2025;143:110781.