On Medicine

Anno XVII, Numero 2 - giugno 2023

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APPROFONDIMENTI

Endometriosi: cosa c’è da sapere

Redazione On Medicine

L'endometriosi è una condizione che si sviluppa quando porzioni della mucosa che riveste internamente l'utero, detta endometrio, si sviluppano al di fuori di questo (Fig. 1) e, pur non trovandosi nella loro sede fisiologica, svolgono le loro normali funzioni; ne consegue che ogni mese, sotto lo stimolo degli ormoni prodotti dalle ovaie, si ispessiscono e si sfaldano, provocando una “pseudo mestruazione” che causa dolore talvolta molto intenso, specialmente durante il flusso mestruale.



Figura 1. Presenza di tessuto endometriale al di fuori della cavità uterina.



Le sedi più frequenti di impianto anomalo di tessuto endometriale sono le ovaie, le tube di Falloppio o l'interno della pelvi (parte bassa dell'addome) che comprende organi quali vescica e intestino. La presenza di endometrio al di fuori degli organi pelvici è molto rara.
L’endometriosi colpisce circa il 10% delle donne in età riproduttiva e compare solitamente diversi anni dopo l'inizio del ciclo mestruale. I sintomi sono spesso cronici e hanno un impatto importante sulla produttività lavorativa, sulle attività sociali e sulla salute mentale. Influisce anche sulla fertilità: circa il 30% delle pazienti, infatti, ha difficoltà a concepire. I disturbi migliorano durante la gravidanza e cessano con l’avvento della menopausa, a meno che non venga assunta la terapia ormonale sostitutiva.
È stata provata la possibilità di una predisposizione genetica alla malattia: gli studi epidemiologici hanno infatti rilevato un rischio di malattia da 3 a 15 volte superiore nei parenti di primo grado di pazienti con endometriosi.

Sintomi


I sintomi dell'endometriosi possono variare e cambiare nel tempo.
Il disturbo principale, presente nel 90% dei casi, è rappresentato dal dolore pelvico, spesso associato alla comparsa del flusso mestruale ma di intensità molto maggiore rispetto a quello che si manifesta abitualmente durante le mestruazioni; questo sintomo tende ad aumentare di intensità con il passare degli anni.
Altri sintomi che si accompagnano all’endometriosi sono (Fig. 2):
  • dolore durante o dopo i rapporti sessuali
  • dolore durante la minzione o l’evacuazione, specialmente durante il flusso mestruale
  • mestruazioni abbondanti o perdite di sangue tra un flusso e l’altro
  • infertilità
  • sensazione di malessere
  • stitichezza o, al contrario, diarrea.
Possono manifestarsi anche altri sintomi meno specifici, quali dolore e distensione addominale, sanguinamento uterino anomalo, lombalgia e affaticamento.

Figura 2. Sintomi associati a endometriosi.



Diagnosi, evoluzione e prognosi


La diagnosi di endometriosi può essere difficile a causa della variabilità dei disturbi con cui si manifesta e la loro somiglianza con quelli causati da altre patologie, come le cisti ovariche o la sindrome dell'intestino irritabile, che possono talvolta anche associarsi alla malattia.
Recenti linee guida raccomandano una diagnosi clinica basata sui sintomi, sull'esame fisico e sull'imaging. La ricerca di prima linea è l'ecografia, un test economico e facilmente accessibile; l'ecografia transvaginale di base, eseguita nella maggior parte delle unità ecografiche, può essere utilizzata per diagnosticare gli endometriomi con elevata precisione e può anche escludere altre patologie pelviche. In alternativa può essere utilizzata la risonanza magnetica, che ha una sensibilità e specificità simili all'ecografia transvaginale (Fig. 3).


Figura 3. Risonanza magnetica di apparato genitale femminile.



In uno studio finalizzato a conoscere l’evoluzione dell’endometriosi, un gruppo di pazienti sono state sottoposte a un’indagine laparoscopica che è stata ripetuta dopo 6 e 12 mesi; la malattia è progredita dal 29% al 45% dei soggetti, è rimasta invariata dal 33% al 42% ed è regredita dal 22% al 29% dei casi. Queste evidenze hanno cambiato la vecchia convinzione che la malattia vada sempre incontro a un progressivo peggioramento.


Gestione terapeutica


Il trattamento precoce dell'endometriosi e del dolore associato può ridurre il rischio di sviluppare dolore cronico, sostenendo l'importanza della diagnosi precoce.
Le opzioni di trattamento per le pazienti con endometriosi sintomatica sono le terapie ormonali, la chirurgia o una combinazione di entrambi.
Ci sono molti ormoni che possono essere usati per trattare l'endometriosi, con un'efficacia comparabile dal 60% all'80%, e sono raccomandati dalle linee guida della pratica clinica. L'obiettivo della terapia ormonale è sopprimere il ciclo mestruale, indurre l'amenorrea e interrompere l'ovulazione quando è dolorosa.
Le terapie ormonali, tuttavia, hanno un’azione contraccettiva e quindi non sono appropriate per le pazienti che desiderano una gravidanza. In questo caso può essere indicata la chirurgia, che prevede la rimozione, per via laparoscopica, di porzioni del tessuto endometriale ectopico in modo da attenuare i sintomi e non compromettere la fertilità. Si tratta di interventi abitualmente realizzati.
L’approccio multidisciplinare per la gestione del dolore, che prevede una adeguata informazione, la terapia fisica pelvica, la terapia psicologica (come la terapia cognitivo comportamentale) e altri interventi specifici, può migliorare la qualità della vita.

Conclusioni


L'endometriosi è una condizione comune e complessa che può causare notevole disagio e portare allo sviluppo di dolore pelvico cronico, infertilità o danni agli organi bersaglio. Il riconoscimento precoce e la diagnosi sono fondamentali per fornire un trattamento tempestivo. I trattamenti ormonali o chirurgici possono fornire sollievo dai sintomi e fanno parte di un piano terapeutico a lungo termine per questa condizione cronica. La cura multidisciplinare può essere necessaria per trattare il dolore persistente complesso.


Bibliografia di riferimento