On Medicine

Anno XIII, Numero 3 - ottobre 2019

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INTERVISTA

Intervista a Raffaele Pasqua

Redazione On Medicine

Il progressivo aumento della speranza di vita ha portato alla crescita esponenziale di malattie oculari legate all’invecchiamento; tra queste, le patologie retiniche rivestono un ruolo di primo piano. Nel corso degli anni, gli studi per identificare nuove terapie si sono moltiplicati, mettendo a disposizione dell’Oculista, e dei suoi pazienti, nuove armi per rallentare l’evoluzione di queste patologie.

Siamo quindi lieti di proporvi una serie di articoli sull’argomento, distribuiti in tre uscite di On Medicine, elaborati dai professionisti spesso deputati a gestire il primo contatto con il paziente che lamenta un calo della visione: gli Ortottisti.

Introduce questa rassegna il dottor Raffaele Pasqua, Oculista di grande esperienza nel campo delle patologie retiniche che svolge la propria attività presso l'Ospedale Fabrizio Spaziani di Frosinone.




Dottor Pasqua, che impatto hanno le patologie retiniche sulla qualità di vita dei pazienti?


Nella mia esperienza questi pazienti si presentano alla prima visita oculistica con problematiche già importanti soprattutto nel caso dei diabetici, mentre per la degenerazione maculare senile e le trombosi, che hanno un andamento acuto, il paziente si accorge prima del cambiamento repentino della visione. I diabetici arrivano invece spesso con quadri molti avanzati della patologia e una qualità di vita compromessa.


Nell’approccio al paziente che si presenta per la prima volta, come si integrano il ruolo dell’Oculista e quello dell’Ortottista?


L’integrazione tra questi due professionisti nello screening e nel follow up del paziente è importante, e consente di gestire meglio la mole di lavoro che gli Oculisti devono fronteggiare quotidianamente; purtoppo, gli Ortottisti non sono presenti in tutti i Centri ospedalieri, mentre la loro presenza è più frequente nei Centri oculistici privati.


Nel colloquio con il paziente, chi lo informa della sua malattia e del relativo trattamento?


Il primo colloquio informativo spetta sempre all’Oculista, mentre spesso è l’Ortottista a gestire il colloquio con il paziente nel corso del follow up, informandolo sulle scadenze delle sedute di terapia e dei controlli e sulle norme di comportamento da adottare.


Qual è l’aderenza alla terapia dei pazienti? Si ricordano di presentarsi agli appuntamenti fissati?


Nella mia esperienza i pazienti seguono abbastanza assiduamente le indicazioni date, e si presentano alle scadenze prefissate. Addirittura, capita che chiamino qualche giorno prima dell’appuntamento per avere conferma.


Si presentano all’appuntamento da soli, o si fanno accompagnare da qualcuno?


In generale vengono accompagnati, perché i trattamenti prevedono di solito la dilatazione della pupilla che rende la visione difficoltosa; inoltre, nella maggior parte dei casi si tratta di persone anziane che difficilmente vanno in giro da sole.


Quali sono le aspettative dei pazienti nei confronti della terapia?


L’aspettativa è grande perché di questi trattamenti si sente parlare spesso sia attraverso i mezzi di comunicazione, sia per passaparola. Va tenuto sempre presente che non tutti i pazienti rispondono alla terapia nello stesso modo: molti si stabilizzano, altri migliorano, altri non vanno incontro alla risposta attesa. Personalmente, cerco sempre di discutere con il paziente relativamente alle sue aspettative non solo alla prima visita, ma in occasione di tutte le sedute di trattamento, perché la situazione si modifica volta per volta. Un dialogo chiaro e puntuale aumenta l’aderenza del paziente alla terapia e alle indicazioni date dal medico.