On Medicine

Anno X, Numero 3 - ottobre 2016

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FOCUS

Esperienze cliniche sul molluscum contagiosum: l’efficacia si dimostra sul campo

Autori vari

La pubblicazione “Esperienze cliniche sul Molluscum Contagiosum: l’efficacia si dimostra sul campo” si propone di offrire allo specialista un interessante focus sull’infezione da Molluscum Contagiosum attraverso l’esperienza di numerosi Dermatologi italiani che hanno preso parte a questa iniziativa proponendo dei casi clinici.
Il Lettore potrà quindi approfondire il tema attraverso informazioni ricavate dalla Letteratura ma anche grazie alla descrizione di casi realmente incontrati nella pratica clinica da colleghi che quotidianamente curano questa condizione nei loro ambulatori.
Ringraziamo pertanto gli specialisti Dermatologi che hanno reso possibile questo scambio offrendo il loro contributo, che elenchiamo a seguire in ordine alfabetico.



Dottoressa Valeria Boccaletti
Dermatologia Pediatrica
Clinica Dermatologica
Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma
Dottoressa Serena Pezzetta
Specialista in Dermatologia e Venereologia
Udine

Professoressa Ornella Cervetti
Dipartimento Di Scienze Mediche
Sezione di Dermatologia
Università di Torino
Dottoressa Federica Pistoni
Specialista in Dermatologia e Venereologia
Clinica Dermatologica di Verona

Dottor Angelo Massimiliano D’Erme
Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dottorando in Scienze Cliniche e Traslazionali presso l’Università di Pisa
U.O.C. Dermatologia, Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università di Pisa
Dottoressa Alessia Provini
Specialista in Dermatologia e Venereologia
IDI IRCCS Istituto Dermopatico dell’Immacolata Roma
prima divisione Primario dottoressa C. Mazzanti

Dottoressa Luciana Fiordalisi
Specialista in Dermatologia e Venereologia
Bari
Dottoressa Roberta Rotunno
Specializzando in Dermatologia
Clinica Dermatologica Policlinico Umberto I Università Sapienza
Roma

Dottor Giovanni Ghigliotti
Direttore 1° livello, Clinica Dermatologica IRCCS AOU San Martino-IST
Genova
Dottoressa Maria Elena Scalisi
Specialista in Dermatologia e Venereologia
Palermo

Dottoressa Donatella Guastaferro
Specialista in Dermatologia e Venereologia
San Benedetto del Tronto (AP)
Dottor Gustavo Spanò
Specialista in Dermatologia e Venereologia
Napoli

Dottoressa Federica Mola
Specialista in Dermatologia e Venereologia
Ambulatorio di Dermatologia Pediatrica
Cantù(CO)
Dottor Antonino Trischitta
Specialista in Dermatologia e Venereologia
Specialista Ambulatoriale e Responsabile di Branca ASL
NA/2 Nord


Introduzione


Il Molluscum Contagiosum (MC) è una comune infezione della cute che colpisce principalmente bambini in età scolare e giovani adulti. Sebbene sia considerata benigna e autolimitante, questa affezione spesso può comportare complicanze anche serie, soprattutto in soggetti immunodepressi, e la sua risoluzione spontanea richiede solitamente molto tempo (circa 13 mesi).
L’infezione da MC è una condizione diffusa a livello globale, sebbene sia più frequente nelle aree più povere e nelle Regioni a clima tropicale. La scarsa igiene contribuisce alla sua diffusione, ma anche la condivisione di ambienti sovraffollati (come le strutture sportive o le piscine) favorisce il contagio.
Il MC si trasmette molto facilmente per contatto diretto tra soggetti e per il tramite di indumenti contaminati, soprattutto tra i membri dello stesso nucleo familiare (si calcola che il 35% dei bambini lo contrae da un familiare).
L’incidenza dell’infezione è difficile da quantificare e probabilmente è sottostimata.
Complessivamente viene riportato che il 2-17% dei bambini è interessato da questa condizione e che il picco di incidenza riguarda soggetti di età compresa tra 2 e 10 anni.
In particolare, dagli studi condotti è emerso che fino al 24,2% dei pazienti con MC presenta concomitante diagnosi di Dermatite Atopica (DA), un dato che conferma che i soggetti con DA sono maggiormente predisposti a sviluppare infezione da MC.


Il virus del Molluscum Contagiosum (MCV)


Il MC è una papulosi epidermica causata da un virus appartenente alla famiglia dei Poxviridae, che include alcuni dei più importanti patogeni per l’uomo, tra cui il virus del vaiolo. Questi virus si replicano nel citoplasma delle cellule epiteliali dell’ospite e hanno sviluppato efficienti meccanismi di crescita nelle cellule epidermiche, ben adattandosi all’ospite umano. Infatti, non attraversando la membrana basale, il virus evade la sorveglianza immunitaria e per la maggior parte del periodo di infezione non determina una risposta immunitaria sistemica. Talvolta la superficie cutanea circostante la lesione può apparire eritematosa e alcune lesioni possono avere un contenuto pustoloso, indice di reazione immunitaria e non di manifestazione di una sovrainfezione batterica; questi segni peraltro sono spesso indicativi di una prossima autorisoluzione delle lesioni.


1. Diagnosi e trattamento


Dal punto di vista clinico il MC può colpire diversi distretti corporei, in particolare collo, ascelle e cosce, mentre più raramente possono essere interessati dall’infezione le mucose genitali, i palmi delle mani, le piante dei piedi e il volto, in particolare le mucose del cavo orale, labbra, congiuntive e zona perioculare (Figura 1).



Figura 1. Esempi di infezione da MC a livello dei diversi distretti corporei. A) Papule infette diffuse su arti e tronco B) Gruppo di papule infette su addome e area genitale C) Lesioni papulose a livello del volto (per gentile concessione della Dottoressa Valeria Boccaletti) D) Lesioni multiple a livello perioculare (per gentile concessione della Dottoressa Federica Mola) E) Papule ombelicate perioculari compatibili con MC (per gentile concessione della Dottoressa Federica Pistoni) F) Diffusione estesa dell’infezione in regione addominale.


Le lesioni caratteristiche del MC si presentano come papule di colore perlaceo, di diametro da 1 a 5 mm, con una tipica ombelicatura centrale. L’aspetto clinico di un’infezione da MC è in genere diagnostico e la biopsia è indicata solo in casi dubbi. Non è possibile effettuare colture virali; per contro è possibile evidenziare la presenza di DNA virale con tecniche di biologia molecolare su prelievi ottenuti da lesioni cutanee. Dato che il virus del MC non penetra nel corpo umano, non lo si può ricercare nel sangue o in altri fluidi corporei. La diagnosi differenziale di MC comprende tra gli altri tricoepitelioma, carcinoma a cellule basali, ghiandole sebacee ectopiche, siringoma, idrocistoma, cheratoacantoma e discheratoma verrucoso.
La dermoscopia è uno strumento utile nella pratica del Dermatologo, non solo per riconoscere melanomi e differenziarli dalle lesioni pigmentate benigne, ma anche per diagnosticare patologie infettive e infiammatorie. Utilizzata sulla lesione da MC, la dermoscopia mette in evidenza nella papula strutture amorfe giallo-biancastre polilobulari al centro, con una corona di vasi, talora ramificati e che non attraversano il centro della lesione, identificati anche come “corona rossa”. Dal punto di vista diagnostico questa tecnica si è dimostrata superiore al semplice esame clinico, soprattutto in casi di MC dubbi o di difficile interpretazione.
Talvolta, infatti, la lesione caratteristica può essere singola e/o localizzata in sedi atipiche, rendendo più difficile la diagnosi, come nel caso della giovane paziente di 24 anni descritta dal Dottor Giovanni Ghigliotti di Genova, presentatasi allo specialista dopo che, da circa 3 mesi, aveva notato la comparsa di una papula rosata, indolente, in lento accrescimento, alla cute volare della superficie mediale del tallone sinistro.
L’impiego della dermoscopia su questa paziente ha consentito allo specialista di individuare l’aspetto assolutamente caratteristico della lesione, suggestivo per una localizzazione atipica di MC, confermata dall’esame istologico effettuato dopo curettage.
In questo modo è stato possibile raggiungere in breve una diagnosi precisa, evitando alla paziente procedure chirurgiche più invasive.
La gestione del trattamento del MC può essere onerosa e attualmente sussiste un dibattito tra gli specialisti, divisi tra chi propende per il non trattare questa condizione (che segue così il suo decorso naturale) e chi, invece, è a favore dell’intervento terapeutico.
Le argomentazioni in favore o contro il trattamento del MC sono diverse, come spiegato dal Dottor Antonio Torrelo del Dipartimento di Dermatologia dell’Hospital del Niño Jesús di Madrid, Presidente dell’International Society of Pediatric Dermatology, che nel corso della sua carriera ha calcolato di aver curato più di 10.000 pazienti con MC (Tabella 1).



Tabella 1. Fattori implicati nella scelta di trattare o non trattare il MC secondo Torrelo.


Per il trattamento del MC sono disponibili diverse opzioni:
  • terapie fisiche (tra cui curettage, crioterapia e terapia fotodinamica);
  • agenti chimici distruttivi e non distruttivi (prevedono l’impiego di agenti chimici da applicare sulla lesione);
  • immunomodulanti;
  • antivirali.

2. Trattamento con idrossido di potassio al 10%


Il trattamento con soluzione cutanea a base di idrossido di potassio al 10% agisce cauterizzando le lesioni grazie al pH altamente alcalino, denaturando le proteine tissutali. Lo schema evolutivo delle lesioni da MC dopo questo trattamento è illustrato in Figura 2.



Figura 2. Schema evolutivo delle lesioni da MC dopo trattamento con soluzione cutanea a base di idrossido di potassio al 10%.


L’applicazione del prodotto deve avvenire una volta al giorno, a meno di diversa indicazione da parte dello specialista, e deve essere ripetuta quotidianamente fino alla comparsa di rossore, irritazione o infiammazione alla base della lesione, che solitamente avviene entro 4-6 giorni. Dopo questa fase il trattamento dovrà essere sospeso. L’infiammazione indica che il MC sta scomparendo e questo avviene solitamente entro le 2-5 settimane successive.
La modalità di impiego della soluzione cutanea a base di idrossido di potassio al 10% è illustrata in Figura 3.



Figura 3. Modalità d’impiego della soluzione cutanea a base di idrossido di potassio al 10%.


La soluzione a base di idrossido di potassio al 10% è indicato come trattamento unico o può essere impiegato anche in combinazione, in particolare con curettage. È infatti possibile trattare in ambulatorio con curettage e istruire il paziente su come applicare tale soluzione al proprio domicilio sulle lesioni nuove e su quelle non ancora comparse.


L’esperienza dei dermatologi italiani con il mc


Presentiamo in questo paragrafo un piccolo atlante dei casi clinici di MC più interessanti incontrati da specialisti italiani nel corso della loro pratica clinica. I pazienti descritti sono perlopiù bambini, ma non mancano anche esempi di soggetti adulti che hanno contratto il MC. Questa infezione virale è caratterizzata da eterogeneità dal punto di vista clinico: può essere diffusa a tutto il corpo con numerose papule o presentarsi in forma di singole lesioni solitarie, come dimostrato dalle storie di Fatima e di Giorgio, descritte dalla Professoressa Ornella Cervetti di Torino.
Fatima, 9 anni, giungeva all’osservazione dello specialista per la presenza da alcuni mesi di “pustoline” diffuse, soprattutto al tronco e agli arti, lievemente pruriginose. All’esame obiettivo cutaneo si evidenziavano numerose papule diffuse (Figura 4), riferibili in prima ipotesi a un’infezione da MC; unitamente si osservava intensa xerosi cutanea in assenza di lesioni eritemato-desquamative.



Figura 4. Lesioni da MC diffuse a livello dell’arto e dell’incavo dell’ascella.


Si decideva, in accordo con la madre della paziente e con la piccola, di trattare le lesioni applicando la soluzione cutanea a base di idrossido di potassio al 10% una volta/die a domicilio. Al controllo dopo 7 giorni si evidenziava iniziale flogosi delle lesioni, con comparsa di esiti crostosi e di eritema perilesionale intorno ad alcune papule. Si decideva di proseguire il trattamento per un totale di 10 giorni e si rivedeva la paziente a distanza di 15 giorni dal primo trattamento (Figura 5). In tale occasione, all’esame obiettivo cutaneo si poteva osservare scomparsa delle lesioni riferibili a MC, con evidenza di soli esiti ipocromici infiammatori. La paziente aveva ben tollerato il trattamento, senza accusare effetti collaterali.




Figura 5. Dopo 7 giorni di trattamento con idrossido di potassio al 10% l’esame obiettivo evidenzia eritema perilesionale intorno ad alcune papule e alcuni esiti crostosi; dopo 10 giorni le lesioni da MC sono scomparse, con soli esiti ipocromici infiammatori.


Giorgio, 7 anni, mostrava invece un’unica lesione solitaria al ginocchio sinistro. Il paziente presentava una diatesi atopica che si estrinsecava con sola xerosi cutanea diffusa. All’esame obiettivo si osservavano un elemento riferibile a MC al ginocchio e, poco lontano, un esito crostoso riferito come pregressa lesione in fase di risoluzione. Si decideva di trattare con soluzione a base di idrossido di potassio al 10%, istruendo i genitori sulle modalità di applicazione.
Il paziente tornava all’osservazione dopo 7 giorni di trattamento, mostrando un esito crostoso e la completa scomparsa della lesione virale (Figura 6). Il paziente non lamentava alcun effetto collaterale di rilievo.



Figura 6. Trattamento di un’unica lesione da MC al ginocchio sinistro. Esito dopo 7 giorni di applicazione della soluzione cutanea.


L’infezione da MC si localizza prevalentemente agli arti e al tronco e può risultare molto fastidiosa per il paziente, come è stato il caso di Edoardo, 3 anni, illustrato dalla Dottoressa Luciana Fiordalisi di Bari.
Edoardo si presentava all’esame dello specialista per due piccole lesioni da MC sul braccio destro comparse da circa 3 giorni, lamentando un fastidioso prurito. Nessuna patologia degna di nota, anamnesi familiare positiva per atopia. All’esame obiettivo si osservavano alla faccia esterna dell’avambraccio destro due piccole papule rosso-rosee, centralmente ombelicate, circondate da un lieve alone eritematoso dovuto al grattamento del bambino (Figura 7).



Figura 7. Lesioni da MC a livello della faccia esterna dell’avambraccio destro.


La diagnosi differenziale immediata si è posta nei confronti di verruche volgari (a superficie ipercheratosica e difficilmente così pruriginose) e di papule fibrose (spesso post-traumatiche, asintomatiche, non centralmente ombelicate).
Si decideva di prescrivere una soluzione cutanea a base di idrossido di potassio al 10%, da applicare una volta/die fino a comparsa di irritazione. Dopo circa 3 settimane, alla visita di controllo, la madre riferiva di aver utilizzato il prodotto per 4 giorni, quando il bimbo si era addormentato per evitare che si grattasse le zone trattate. L’eritema è comparso il giorno successivo ed è durato 4-5 giorni, dopo i quali le due lesioni sono scomparse del tutto (Figura 8).



Figura 8. Scomparsa completa delle lesioni da MC dopo 4 giorni di trattamento.


Come Giorgio, anche Giusy presentava due singole lesioni in regione pettorale destra. La paziente, che ci descrive il Dottor Gustavo Spanò di Napoli, ha 11 anni e da circa 6 mesi lamentava la comparsa di queste lesioni, che lei aveva scambiato per “brufoli”.
Con il tempo le lesioni si sono diffuse all’emilato corrispondente e all’arto superiore. Dopo osservazione dermatoscopica, che evidenziava un pattern tipico, alla paziente è stata prescritta terapia con soluzione a base di idrossido di potassio al 10% per 7 giorni. Al controllo si osservava la comparsa di una reazione irritativa con escara ematica su tutte le lesioni (Figura 9).



Figura 9. Esiti del trattamento su lesioni da MC a livello dell’arto superiore destro.


Sospesa la terapia veniva prescritto un topico antisettico e fissato un ulteriore controllo dopo 10 giorni. In questa occasione si osservava la completa risoluzione di tutte le lesioni trattate, tranne una nella piega del gomito, sulla quale veniva riapplicato il prodotto per altri 5 giorni. Martina, 5 anni, si presentava nell’Ambulatorio del Dottor Antonino Trischitta accompagnata dalla mamma per comparsa di alcune papule cutanee sul viso da circa 20 giorni. All’esame clinico lo specialista riconosceva due lesioni da MC, una al mento e una al collo. Considerate le sedi interessate dai molluschi e la scarsa compliance della bambina e della madre, veniva scartata l’ipotesi di intervenire con il curettage, pertanto le due lesioni sono state trattate con soluzione cutanea a base di idrossido di potassio al 10% una volta/die per 5 giorni consecutivi.

Dopo 30 giorni dall’inizio del trattamento tutti le lesioni risultavano scomparse (Figura 10). Il trattamento con idrossido di potassio è stato ben tollerato e non ha lasciato alcun segno.



Figura 10. Lesioni da MC isolate a livello di mento e collo (sinistra) trattate con soluzione a base di idrossido di potassio non hanno lasciato alcun segno sulla pelle della paziente.


Come è possibile evincere dall’esperienza clinica fin qui riportata, la diagnosi di DA si presenta spesso nei pazienti affetti da MC. Lo dimostra un altro caso, presentato dalla Dottoressa Roberta Rotunno di Roma, che descrive la storia di Denise, 4 anni, affetta da DA con lesioni eritemato-desquamative a livello delle pieghe antecubitali e del collo, ipercheratosi follicolare diffusa e svariate papule di colorito madreperlaceo, distribuite tra addome e cosce. La madre faceva risalire l’insorgenza delle papule a circa 3 settimane prima; non riportando episodi analoghi in passato né ricordando altre persone affette da questa infezione. Le caratteristiche delle lesioni e l’assenza di sintomi indirizzavano alla diagnosi di MC, confermata dalla dermatoscopia. Dopo aver valutato l’età della paziente, le sedi di non semplice approccio e il numero elevato di lesioni, la specialista optava per un trattamento topico domiciliare con idrossido di potassio al 10%, da applicare una volta/die sulle lesioni fino a comparsa di eritema. Il trattamento è stato eseguito per 6 giorni. Al primo controllo si apprezzavano esiti eritemato-crostosi nelle aree trattate e, a 20 giorni dalla fine della terapia, si osservava la risoluzione completa e l’assenza di recidive, con esiti estetici eccellenti (Figura 11).



Figura 11. Aa) Lesioni da MC a livello dell’addome. Ab) Immagine dermatoscopica della lesione. B) A 6 giorni, esito eritemato-crostoso al termine del trattamento. C) A 20 giorni, risoluzione completa. D) Lesioni multiple a livello della faccia interna coscia sinistra. E) A 6 giorni, esiti eritemato-crostosi al termine del trattamento. F) A 20 giorni, risoluzione completa.


Nei bambini affetti da DA l’infezione da MC può indurre un grattamento cronico che può spesso comportare la comparsa di un eczema circostante la lesione, chiamato appunto “eczema molluscum”. In questa zona il virus può diffondersi più facilmente poiché la barriera cutanea non è perfettamente integra. È quello che è successo a Gaia, di 4 anni, e alla piccola Eloise, di 2 anni appena.
Gaia è affetta da DA lieve/moderata dall’età di sei mesi, ed è stata trattata saltuariamente con terapia cortisonica e antistaminica. La piccola è giunta all’osservazione della Dottoressa Maria Elena Scalisi di Palermo perché da circa 3 mesi erano comparse sul tronco piccole escrescenze rotondeggianti di colore roseo-biancastro, di dimensioni variabili da 1 a 6 mm circa. Queste lesioni in un primo momento non avevano provocato alcun sintomo alla bambina, ma successivamente avevano iniziato a prudere. Insieme al prurito era comparsa anche secchezza cutanea e irritazione intorno alle lesioni. All’esame obiettivo si osservava, in corrispondenza del pilastro ascellare sinistro, la presenza di papule emisferiche di pochi millimetri di diametro con ombelicatura centrale, alcune di colorito roseo-biancastro, altre più rosse e circondate da cute xerotica ed eritematosa. L’epidermide circostante appariva irritata e finemente desquamata.
All’esame dermatoscopico le papule apparivano biancastre centralmente e circondate da una rete vascolare a raggiera. La specialista poneva diagnosi di eczema molluscum e decideva di prescrivere il trattamento con soluzione cutanea a base di idrossido di potassio una volta/die, per un periodo non superiore ai 10 giorni, e una terapia topica con crema emolliente per ridurre l’eczema. Al controllo dopo 20 giorni la madre di Gaia riferiva di avere notato un miglioramento del quadro clinico già al quinto giorno di terapia, con completa risoluzione all’ottavo giorno di trattamento (Figura 12).




Figura 12. Lesioni da MC circondate da cute xerotica ed eritematosa (eczema molluscum) (sinistra). Esito dopo 20 giorni di trattamento (destra).


I parenti riferivano inoltre un’ottima gestione della terapia domiciliare senza particolari fastidi per la piccola.
Anche la piccola Sara, seguita presso la Clinica Dermatologica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma dalla Dottoressa Valeria Boccaletti, mostra un quadro clinico simile. Il pediatra di Sara aveva riconosciuto l’infezione da MC, decidendo però di non trattarla. Dopo diverse settimane, per il persistere del quadro clinico con peggioramento e ulteriore diffusione delle lesioni, i genitori avevano deciso di far visitare la piccola a uno specialista Dermatologo. Di origine senegalese, Sara ha 21 mesi e soffre di grave DA su tutto il corpo. La piccola presentava lesioni eczematose e lichenificate sulla maggior parte della superficie epidermica (Figura 13).



Figura 13. Infezione da MC diffusa al corpo in paziente affetta da grave DA.


Le terapie topiche impiegate fino a quel momento si erano avvalse di creme emollienti e cortisonici topici di lieve e media potenza, con benefici alterni. L’impiego costante di cetirizina aveva portato beneficio parziale. Da circa 2 mesi i genitori riferivano la comparsa di lesioni papulose, traslucide e asintomatiche a livello delle aree eczematose del corpo. La specialista decideva di intervenire prescrivendo una soluzione cutanea a base di idrossido di potassio al 10%, da applicare su ogni lesione alla sera. Al controllo successivo si osservava buona efficacia del trattamento, con esiti iperpigmentati a livello dell’addome (Figura 14).



Figura 14. Il trattamento con la soluzione cutanea ha permesso la risoluzione delle lesioni. Si possono apprezzare gli esiti iperpigmentati sull’addome.


Il caso in questione è molto interessante perché dimostra la sicurezza di impiego della soluzione cutanea a base di idrossido di potassio al 10%, in soggetti anche molto piccoli, con cute non integra (eczema molluscum) e pelle scura.
In alcuni casi il trattamento del MC si rivela particolarmente impegnativo per il Dermatologo, come nel caso di soggetti di età < 10 anni affetti da DA acuta e con lesioni da MC in numero superiore a 50.
È il caso di Valeria, 5 anni, presentatasi all’attenzione della Dottoressa Serena Pezzetta di Udine. Valeria soffre di DA fin dal primo anno d’età. All’esame obiettivo presentava xerosi cutanea diffusa e DA riacutizzata alle pieghe, da 2 mesi erano comparse piccole lesioni cutanee diffuse. La madre aveva cercato di curare la figlia applicando creme steroidee già prescritte in precedenza per la dermatite, ma le lesioni erano aumentate, arrivando a superare le 50 unità, soprattutto a livello delle pieghe e dell’arto superiore sinistro.
Data la numerosità delle lesioni si intraprendeva terapia topica con soluzione a base di idrossido di potassio al 10% da subito. Dopo 4 settimane di uso intermittente un quarto delle lesioni era risolto, un quarto presentava flogosi e/o crosta emorragica (Figura 15). Le restanti lesioni venivano trattate con curettage.



Figura 15. A) Arto superiore sinistro prima del trattamento con numerose lesioni da MC. B) Riduzione e flogosi delle lesioni dopo 15 giorni di trattamento discontinuo con soluzione cutanea a base di idrossido di potassio. C) Dopo 30 giorni di trattamento si osservava ulteriore riduzione delle lesioni.


I genitori giudicavano facile la gestione domiciliare del trattamento e la bambina riferiva solo lieve prurito in seguito all’applicazione. Anche il caso segnalato dalla Dottoressa Alessia Provini di Roma rappresenta bene una condizione frequente: il trattamento di un paziente pediatrico non collaborante, con genitori desiderosi di avere un trattamento alternativo alle più diffuse terapie di tipo fisico.
Luca ha 3 anni e giungeva all’osservazione della Dermatologa per la recente comparsa di una “eruzione” cutanea discretamente pruriginosa, che preoccupava molto i genitori. Dalla storia clinica di Luca non emergevano dati degni di nota, se non una condizione di ipertricosi.
I genitori riferivano di aver notato la presenza di numerose lesioni papulose biancastre, rotondeggianti, rilevate sul piano cutaneo, di aspetto traslucido e dal diametro variabile da 2 a 4 mm circa. Le lesioni erano diffuse al tronco e agli arti, in particolare alla regione dorsale e dei pilastri ascellari. A detta dei familiari le lesioni erano pruriginose e durante la visita si assisteva al grattamento ripetuto da parte del paziente.
Sulla base dell’aspetto clinico delle lesioni si poneva diagnosi di infezione da MC multipli. Durante il colloquio venivano prospettati gli interventi terapeutici disponibili, tra cui crioterapia e curettage. I genitori da subito manifestavano timori legati alla sintomatologia dolorosa e ai possibili esiti secondari derivanti da tali interventi, come cicatrici, discromie o sovrainfezioni. Alla luce di quanto emerso si prescriveva allora terapia con soluzione cutanea a base di idrossido di potassio al 10%, da applicare una volta/die sulle singole lesioni. Al controllo i genitori riferivano di aver notato sin dal giorno successivo alla prima applicazione la formazione di eritema, essudazione e di croste brunastre in corrispondenza delle lesioni (Figura 16).



Figura 16. Lesioni da MC a livello del dorso prima e dopo il trattamento. A sinistra si notano gli esiti crostosi dell’applicazione del prodotto.


In seguito, nel volgere di 3-4 giorni, le lesioni erano scomparse. Ai successivi controlli non si evidenziavano esiti discromici o cicatriziali in corrispondenza di tutte le lesioni trattate, né la comparsa di nuove papule.
La DA non è una condizione che interessa soltanto l’età pediatrica, nella pratica clinica quotidiana si incontrano sempre più frequentemente casi di dermatosi in età adulta. Secondo dati di Letteratura, fino al 3% degli adulti è affetto da DA. Infatti, sebbene insorga perlopiù nei primi 5 anni di vita, la DA non tende a scomparire con la crescita, ma può perdurare in età adulta in un’elevata percentuale di individui. Inoltre si annotano sempre un maggior numero di casi di comparsa di DA in età adulta senza che ve ne sia stato ricordo o presenza in età infantile o adolescenziale.
Il Dottor Angelo Massimiliano D’Erme, Specialista in Dermatologia e Venereologia di Pisa, descrive un interessante caso di DA complicata da MC in età adulta.
Il paziente è un uomo di 49 anni con DA estrinseca e rinocongiuntivite allergica fin dall’età infantile. La dermatite era tenuta sotto controllo con terapie topiche (corticosteroidi moderati-potenti) ed era peggiorata negli ultimi tre anni a livello di viso, collo e arti superiori. Il paziente per tale motivo aveva effettuato cicli di cortisone per os ma i risultati non erano stati duraturi. Dopo un ciclo di fototerapia UVB a banda stretta aveva ottenuto risultati discreti, ma dopo qualche mese di benessere il quadro clinico era nuovamente peggiorato. Al controllo si osservava la presenza di una papula ombelicata a livello della fronte e del collo (Figura 17). In questo caso, in accordo con il paziente che non voleva ritrovarsi esiti cicatriziali conseguenti a terapia fisica (curettage), si consigliava terapia con soluzione a base di idrossido di potassio al 10%, che in pochi giorni è risultata efficace nel risolvere le lesioni, senza alcuna recidiva.



Figura 17. Papula ombelicata alla fronte nel contesto dell’eczema che coinvolge il viso del paziente.


Il rischio di contrarre l’infezione da MC nei più piccoli è aumentato soprattutto nella prima decade di vita, ma l’infezione è frequente anche negli adulti, localizzandosi tipicamente a livello genitale-pubico. L’aumento di casi di DA rilevato negli ultimi anni fra gli adulti può spiegare l’incremento di sovrainfezioni cutanee, tra cui quelle provocate da MC.
La Dottoressa Donatella Guastaferro di San Benedetto del Tronto ci presenta un altro caso MC in soggetto adulto.
Giuseppe, 23 anni, soffre di DA sin dall’infanzia. Negli ultimi anni il quadro clinico è migliorato notevolmente. Insegnante in un asilo nido, ha notato negli ultimi 15 giorni la comparsa di una lesione sul braccio. All’esame obiettivo lo specialista riconosceva sull’avambraccio destro, a livello della parte dorsale, due papule emisferiche vicine, una di 2 e l’altra di 5 mm di diametro, di colore rosso-perlaceo, con superficie liscia e lucente, ombelicate centralmente (Figura 18).



Figura 18. Lesioni da MC sull’avambraccio di un paziente di 23 anni alla prima visita (sinistra). Esiti del trattamento dopo 2 settimane di applicazione (destra).


Posta subito diagnosi di MC, al paziente veniva prescritto il trattamento con soluzione cutanea a base di idrossido di potassio al 10%, una volta/die per 6 giorni. Al primo controllo si riscontrava una diminuzione delle lesioni, che dopo altre 4 settimane erano completamente risolte.


Conclusioni


In generale l’esperienza presentata dagli specialisti italiani che hanno utilizzato la soluzione cutanea a base di idrossido di potassio al 10% dimostra che questo prodotto è ben tollerato, di facile gestione per i genitori e rappresenta una valida alternativa per il trattamento del MC. Un altro aspetto emerso da quanto riportato è che la scelta del tipo di trattamento dipende molto dal numero e dalla localizzazione delle lesioni.
Questo trattamento permette in alcuni casi di intervenire riducendo l’entità dell’infezione, consentendo quindi di trattare in un secondo momento con terapie fisiche come il curettage, limitando così gli effetti collaterali di questo tipo di tecnica e migliorando gli esiti a livello estetico. Le irritazioni che si manifestano a seguito dell’applicazione della soluzione sono frequenti e, oltre a indicare che la terapia sta avendo successo nell’eradicare l’infezione, possono essere facilmente gestite alternando eventualmente il trattamento con l’applicazione di un antibiotico topico.


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