NEWS

Ginecologia e ostetricia

Papilloma Virus: efficacia del vaccino a 10 anni dalla sua introduzione


Lo Human Papilloma Virus (HPV) è uno dei più comuni virus trasmessi per via sessuale, vive sulla pelle, nel cavo orale e nelle aree genitali e anali. Ne sono stati identificati 170 tipi diversi, la maggior parte dei quali non causa malattie gravi. Un ristretto gruppo di questi microrganismi, tuttavia, può provocare tumori benigni e maligni.

L’infezione da HPV è molto diffusa (fino all’80% delle donne sessualmente attive lo contrae almeno una volta nella vita) e, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’infezione da HPV è responsabile del 99% dei tumori al collo dell’utero e del 90% dei tumori all’ano, oltre ad avere un ruolo anche nello sviluppo di carcinomi a livello del cavo orale e della laringe.

Il vaccino contro l’HPV è stato introdotto per la prima volta in Australia esattamente 10 anni fa e da allora ne sono state distribuite 187 milioni di dosi in 130 Paesi. Il bilancio degli effetti di questa politica di vaccinazione ha senza dubbio avuto effetti positivi, lo dimostra una review (che ha confrontato i risultati di 58 diversi lavori condotti in 9 diversi Paesi) pubblicata sulla rivista Clinical Infectious Diseases, secondo la quale le infezioni da ceppi di HPV che causano il tumore al collo dell’utero sono diminuite quasi del 90% nelle giovani donne che sono state vaccinate in questi anni.

I due vaccini attualmente disponibili contro il virus proteggono dai ceppi più comunemente responsabili di tumori al collo dell’utero e del cavo orale e, secondo Ian Frazer, virologo australiano a capo della squadra di ricerca che ha creato il primo vaccino, entro 40 anni i tumori legati a questo virus potrebbero essere eradicati del tutto, perché l’HPV attacca solo l’uomo.

In particolare, proprio in Australia si sono ottenuti i risultati migliori stando alla letteratura scientifica disponibile, dove le infezioni nelle donne con età compresa tra 18 e 24 anni sottoposte a tre cicli di vaccino sono calate dell’86%.

Il vaccino è impiegato in 129 Paesi, 64 dei quali propongono la vaccinazione per tutte le bambine, ma nel 2014 solo il 6,2% dei soggetti di sesso femminile che aveva compiuto 15 anni è stato vaccinato. In Italia dal 2008 le bambine con 11 anni compiuti hanno la possibilità di vaccinarsi gratuitamente entro il compleanno successivo. In alcune Regioni la vaccinazione gratuita è stata estesa anche ad altre fasce d’età, fino ai 25 anni. Secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità il 54,1 per cento delle bambine nate nel 2002 in Italia ha ricevuto la vaccinazione contro il papilloma.

L’efficacia del vaccino diminuisce tuttavia con il crescere dell’età, ma permane ancora nelle donne con età compresa tra 26 e 45 anni. Vaccinarsi non è del tutto inutile anche per le ragazze che hanno già avuto rapporti sessuali, perché in futuro potrebbero infettarsi con un tipo di HPV contenuto nel vaccino. Alcuni ginecologi consigliano di effettuare la vaccinazione anche se si è risultate positive al Pap test: questo perché secondo alcuni studi il vaccino potrebbe aiutare il sistema immunitario a debellare il virus. In alcune Regioni sono state lanciate campagne di vaccinazione dei bambini maschi, come è avvenuto negli Stati Uniti e in altri Paesi. Alcuni tipi di vaccini sono efficaci anche sui maschi, anche se la ricerca in questo campo è ancora agli stadi iniziali.



Garland SM et al. Impact and Effectiveness of the Quadrivalent Human Papillomavirus Vaccine: A Systematic Review of 10 Years of Real-world Experience. Clin Infect Dis. 2016 Aug 15;63(4):519-27.