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Diabetologia

Disponibile in Italia il primo microinfusore “economicamente sostenibile” che renderà più semplice e accessibile la terapia per i malati di Diabete Tipo 1


Il Diabete di Tipo 1 colpisce circa in Italia circa 300.000 persone, adulti e bambini, e il numero dei malati è in costante aumento. Il diabete è una patologia cronica autoimmune, caratterizzata dall’incapacità del pancreas di produrre l’insulina. Questa condizione richiede, per tutta la vita, la somministrazione dell’ormone tramite iniezione sottocute, al fine di regolare i livelli ematici di glucosio. Questo è possibile impiegando un microinfusore, un device che ha rivoluzionato negli ultimi decenni la terapia di questa patologia e che permette ai pazienti maggiore flessibilità e un migliore controllo del profilo glicemico, nonché una riduzione del rischio di complicanze anche serie. Nonostante questi importanti vantaggi, documentati da numerosi studi clinici, il ricorso a questo tipo di trattamento è ancora poco diffuso in Italia e disomogeneo tra le diverse Regioni del Paese a causa del costo più elevato, del tempo necessario per formare adeguatamente il paziente all’uso del device nonché della mancanza di personale dedicato a questo scopo.
Negli anni è aumentata la disponibilità di device sempre più evoluti, aspetto che ha posto una grande sfida ai Sistemi Sanitari dei vari Paesi, combattuti tra il desiderio di soddisfare la crescente richiesta di sistemi di microinfusione come opzione di scelta e la disponibilità di budget di spesa limitati.
Mylife™ YpsoPump® è il nuovo microinfusore di insulina sviluppato dall’Azienda svizzera Ypsomed che ha dimostrato come non sempre l’impiego delle moderne tecnologie nella gestione di malattie croniche ad alto impatto sociale comporti costi maggiori per la sanità pubblica e device più complessi per i pazienti. Grazie alla sua semplicità d’uso, infatti, Mylife™ YpsoPump® facilita al diabetico la gestione della malattia e favorisce un impiego più razionale delle risorse, consentendo di estendere la terapia di base con microinfusore di insulina fino al triplo di pazienti, rispetto ai dispositivi più sofisticati e costosi. Piccolo e discreto, il nuovo microinfusore pesa soltanto 83 grammi, incluse le batterie, ed è dotato di un touchscreen intuitivo con 7 icone. Pratico da ricaricare, grazie alle cartucce di insulina pre-riempite, questo device è il primo “economicamente sostenibile”, che consente cioè di ottimizzare l’uso delle risorse sanitarie fino al 70%, offrendo così la possibilità di ampliare considerevolmente il numero di pazienti trattati.
Paolo Pozzilli, Ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Direttore UOC Endocrinologia e Diabetologia, Università Campus Bio-Medico di Roma, è intervenuto sul tema dichiarando: “rispetto alla modalità classica di somministrazione sottocutanea multi-iniettiva, la terapia intensiva con microinfusori continui di insulina ha mostrato un miglior controllo glicometabolico in pazienti con Diabete Tipo 1 di lunga durata e una netta riduzione delle ipoglicemie” e ha così continuato: “le tecnologie sviluppate negli ultimi anni hanno reso i dispositivi sempre più sofisticati, offrendo la possibilità di personalizzare la terapia in base alle caratteristiche della persona. Disporre di varie opzioni – dalle più sofisticate a quelle più essenziali, a costi sostenibili – consente al Diabetologo di scegliere la soluzione più appropriata, in funzione delle reali esigenze del paziente, e rappresenta un’ulteriore opportunità per ampliare l’accesso alla microinfusione”.
Mylife™ YpsoPump®, realizzato interamente in Europa, è compatibile con numerosi glucometri e, grazie al set di infusione ruotabile a 360°, assicura una maggiore libertà di movimento. Albino Bottazzo, Presidente FAND – Associazione Italiana Diabetici spiega come: “per una gestione più serena della sua patologia, la persona diabetica ha fondamentalmente tre desideri: trattamenti equi e uniformi in tutto il Paese, con Centri di riferimento e modalità di rimborso uguali; tecnologie per la microinfusione di insulina più facilmente accessibili - in funzione delle caratteristiche del paziente e delle necessità cliniche determinate dal team diabetologico – e, infine, la possibilità di condurre una vita normale, senza doversi occupare in modo intensivo della propria condizione, sentendosi così ‘malato’. Quindi è fondamentale che i device abbiano tra le loro caratteristiche la semplicità d’uso, oltre a costi compatibili con la situazione economica generale.”.