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Neurologia

L’abuso di alcool è il più importante fattore di rischio per la demenza. Conferma dal più grande studio nel suo genere


La demenza rappresenta una sindrome clinica provocata da un danno cerebrale e caratterizzata da un progressivo deterioramento delle capacità cognitive, che impedisce una funzionalità adeguata e una vita indipendente. Questa condizione è comune, interessando dal 5 al 7% delle persone di almeno 60 anni.

L’impiego eccessivo di alcool è sempre stato associato a modificazioni dello stato di salute cognitiva, sebbene la relazione tra questi elementi sia complessa. L’etanolo e il suo metabolita acetaldeide, infatti, hanno un effetto neurotossico diretto sui neuroni, che porta a danni permanenti strutturali e funzionali. Il consumo eccessivo di alcool è associato inoltre a carenza di tiamina, che porta alla sindrome di Wernicke-Korsakoff (malattia degenerativa del sistema nervoso che determina demenza) ed è un fattore di rischio per altre condizioni che possono danneggiare il cervello, come l’epilessia e l’encefalopatia epatica in pazienti con malattia epatica cirrotica.

Uno studio pubblicato su The Lancet Public Health nel 2018 ha analizzato l’associazione tra disturbi legati all’abuso di alcool e rischio di demenza, con particolare riguardo alla demenza precoce (cioè la demenza che sopraggiunge prima dei 65 anni). Questo grande studio ha preso in considerazione una coorte retrospettiva su scala nazionale di tutti i pazienti adulti (≥20 anni) ricoverati in ospedale, in Francia, tra il 2008 e il 2013. Sono stati inclusi nell’analisi più di un milione di pazienti con diagnosi di demenza, di cui 57.353 casi con demenza precoce. Ciò che è emerso è che quasi il 57% di questi ultimi pazienti era affetto da questa condizione per via di un problema di abuso di alcool, che è risultato pertanto un importante fattore di rischio prevenibile per l'insorgenza di tutti i tipi di demenza, in particolare quella a esordio precoce. Questo ha portato gli Autori a concludere che sono necessari uno screening medico adeguato e regolare, così come strategie di supporto e di trattamento dei soggetti che presentano un problema di abuso cronico di alcool.

Il dottor Jürgen Rehm, coautore dello studio e direttore del CAMH Institute for Mental Health Policy Research, ha dichiarato: “I risultati indicano che il consumo eccessivo di alcool e i disordini a esso correlati sono i fattori di rischio più importanti per la demenza, in particolar modo per quelle forme che iniziano prima dei 65 anni e che portano a morti premature. Il danno cerebrale indotto dall’alcol e la demenza sono prevenibili e disponiamo di misure preventive efficaci che possono fare la differenza nei confronti delle morti premature per demenza”. Il dottor Rehm sottolinea inoltre che, in media, i disturbi legati all’alcol riducono l’aspettativa di vita di oltre 20 anni e che, per queste persone, la demenza è una delle principali cause di morte. L’analisi retrospettiva ha inoltre evidenziato che la quota di demenza attribuibile all’alcol è molto più grande di quanto si pensasse in precedenza e che, sebbene l’astinenza fosse prevedibilmente associata a un minor rischio di morte, in realtà il rischio di insorgenza di demenza è rimasto invariato anche dopo aver interrotto l’impiego di alcool.

Inoltre, come hanno fatto notare gli Autori, lo studio ha preso in esame solo i casi più gravi di disturbo da abuso di alcool, cioè quelli che comportano il ricovero in ospedale. Questo potrebbe significare pertanto che l’associazione tra abuso cronico di alcool e demenza potrebbe essere ancora più marcata.







Schwarzinger M et al. Contribution of alcohol use disorders to the burden of dementia in France 2008-13: a nationwide retrospective cohort study. The Lancet Public Health. Published online February 20, 2018.