On Medicine

Anno XVI, Numero 1 - marzo 2022

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IL PARERE DELLO SPECIALISTA

Plusdotazione e gifted

O. Passaquindici

Parlare di giftedness non presuppone la presenza di un'etichetta diagnostica, ma un nome usato dalla comunità scientifica per indicare circa il 5-6% dei soggetti in età scolare che presentano un particolare talento in area artistica o motoria e/o un quoziente intellettivo nettamente superiore alla popolazione generale. Lo sviluppo della giftedness e la realizzazione del potenziale sono il risultato di una interazione tra dotazione biologica-genetica unita ad un ambiente ricco e stimolante in cui il bambino cresce. La plusdotazione è un costrutto multicomponenziale, una costruzione sociale che, per essere compresa, deve essere concettualizzata nel contesto sociale, storico e culturale in cui l’individuo vive (Sternberg 2005; Worrel & Erwin 2011; Morrone & Renati 2012; Renati & Zanetti 2012; Pfeiffer 2013).


Caratteristiche dei bambini “gifted”

Tra le caratteristiche che tipicamente connotano i soggetti ad alto potenziale e gifted troviamo: una rapida progressione negli stadi evolutivi; un precoce e ampio sviluppo del linguaggio; un’elevata abilità di ragionamento astratto e di problem-solving; autodidatti nelle attività di lettura e scrittura; una buona capacità di attenzione sostenuta già in età precoci dello sviluppo; ottimi livelli di memoria; alti livelli di curiosità e di motivazione intrinseca ad apprendere; elevato senso dell’umorismo; alti livelli di energia motoria; reazioni intense al dolore, alla frustrazione e al rumore; elevata sensibilità ed empatia; idealismo e forte senso della giustizia; alti livelli di perfezionismo; frequente ricorso alla fantasia e all’immaginazione anche durante le attività ludiche; vasta gamma di interessi o estrema attenzione per un’area tematica (Ruf 2005; Pfeiffer 2008; Sternberg, Jarvin e Grigorenko 2011).
Molto spesso in questi bambini le capacità cognitive non corrispondono ad altrettanto elevate competenze emotive: spesso, infatti, faticano a regolare le proprie emozioni, mostrando reazioni emotive e comportamenti simili a quelli dei propri pari o, addirittura, a quelle di bambini più piccoli (Strip e Hirsch 2000).
I soggetti plusdotati non sono però un gruppo omogeneo: la letteratura evidenzia come vi siano differenti livelli di QI che si classificano in 5 range a partire da un punteggio di 120 quando la media è 100 (Gagné 1998; Ruf 2005; Wasserman, 2003-2007; Silverman 2013) e differenti profili psicologici che hanno ricadute significative rispetto all’adattamento socio-emotivo (Betts & Neihart 1988; Neihart 2010; Nicpon & Pfeiffer 2011; Pfeiffer 2013; Sekowsky 2013).

Profili psicologici

Il profilo di SUCCESSO: bambini o ragazzi che eccellono nelle attività scolastiche ed extrascolastiche. Sono compiacenti e possiedono una buona percezione di sé, tuttavia hanno anche molta paura di fallire e sono molto critici con sé stessi. Ottengono buoni risultati nella vita anche se hanno una motivazione estrinseca, a scuola non vanno oltre il programma previsto ma tendono a conformarsi come studenti e come figli facendosi bene volere dagli adulti e ammirare dai pari.

Il profilo CREATIVO: bambini o ragazzi molto creativi, sensibili e con alti livelli di energia e motivazione nel perseguire le proprie convinzioni e passioni. Sono però anche molto impazienti, tendono a tollerare poco le frustrazioni, ad annoiarsi facilmente e hanno una autostima ballerina. Spesso hanno un comportamento impulsivo, sfidante e polemico anche con i pari. Vanno aiutati a relazionarsi con gli altri in termini di consapevolezza di sé, autocontrollo e flessibilità. Gli adulti li vedono come ribelli e spesso sottostimano il loro potenziale.

Il profilo SOTTERRANEO: bambini o ragazzi molto insicuri e timidi che spesso si sentono sotto pressione o in colpa. Desiderano far parte di un gruppo ma spesso lo cambiano, non volendo rischi e sfide. A scuola hanno difficoltà a stare nei programmi avanzati e sono scarsamente legati ai docenti. Vanno sostenuti nell'esperienza di fare delle scelte e uscire dalla propria confort-zone, di capirsi ed accettarsi supportando le abilità e le relazioni coi pari.

Il profilo a RISCHIO: bambini o ragazzi arrabbiati e risentiti, sempre sulla difensiva, con un tono dell'umore basso e uno scarso concetto di sé. Hanno aspettative irrealistiche e mostrano un comportamento di resistenza verso l’autorità. Tendono a stare isolati o a frequentare gruppi antisociali ricercando il rischio. Hanno un basso rendimento scolastico con una partecipazione intermittente. Adulti e pari li trovano difficili, irresponsabili, problematici e vivono sentimenti di impotenza. Oltre al supporto psicologico è necessario trovare contesti adeguati dove poterli contenere ed individuare obiettivi a breve termine misurabili da raggiungere.

Il profilo DOPPIA ECCEZIONALITÀ: bambini o ragazzi che, oltre al profilo di plusdotazione, presentano condizioni cliniche come un disturbo dell’apprendimento, ADHD o altro che li porta ad avere una bassa considerazione di sé rispetto agli apprendimenti per la lentezza nella processazione delle informazioni o le difficoltà legate al disturbo. Tendono a dipendere dagli altri e scoraggiarsi facilmente, hanno un umore disturbato e spesso sperimentano frustrazione, rabbia e impotenza appresa. Nonostante possano sembrare sotto la media, sono abili nel problem-solving e amano la complessità. Gli adulti e i pari li vedono come strani o bizzarri. È necessario intervenire sul problema, mettere il focus sui suoi punti di forza, promuovere le competenze sociali, di regolazione emotiva e preservare un contesto che stimoli lo sviluppo di risorse.

Il profilo AUTONOMO: bambini o ragazzi sicuri di sé che si accettano e hanno una visione incrementale delle proprie abilità. Ottimisti, con una motivazione intrinseca, ambiziosi ed entusiasti ad apprendere anche dai fallimenti. Mostrano rispetto e tolleranza per gli altri, sono resilienti, responsabili, indipendenti e con una buona capacità di influenza sugli altri, creando relazioni positive con adulti e gruppo dei pari. Questo è il profilo più funzionale che non necessita interventi.

È quindi da sfatare il pregiudizio comune che, in virtù delle spiccate capacità intellettuali, gli studenti ad alto potenziale e gifted siano facilmente riconoscibili soprattutto nel contesto scuola. Vi sono bambini che non soddisfano i criteri di eccellenza sottesi all’immaginario comune (Webb 2005) e altri che tendono addirittura a nascondere i propri talenti perché non si sentono a loro agio con la propria giftedness (Coleman e Cross 2001). Questi aspetti vengono esacerbati nei casi di studenti che provengono da minoranze e/o culture differenti nonché da contesti familiari con un basso livello socio-economico (Ford e Harmon 2001; McCallum, Bracken, e Wasserman 2001; Bracken e Brown 2006).

Supporto psicologico

In Italia sono nati Centri di neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza con particolare specificità sulla plusdotazione, nei quali operano équipe che si dedicano al riconoscimento della condizione di plusdotazione e della situazione emotiva del soggetto per poi accompagnarlo nella crescita, promuovendo uno sviluppo ottimale ed armonioso nelle aree cognitiva, sociale, ed emotiva.
Dopo la fase di valutazione e certificazione vengono infatti attivati percorsi in base alle necessità: psicoterapia individuale, potenziamento delle abilità strumentali di base, tutoring specialistico per la doppia eccezionalità, sostegno alla genitorialità, laboratori con attività di gruppo e collaborazione con le scuole per la formazione degli insegnanti, realizzazione di piani didattici personalizzati.
Le associazioni di riferimento in Italia sono CTS Gifted e Stepnet ODV, affiliata al World Council for Gifted and Talented Children (WCGTC) e membro dell’European Council for High Ability (ECHA).
La plusdotazione è un dono che va compreso e coltivato, una risorsa per sè stessi, per gli altri, per il proprio futuro e per quello del nostro Paese.


Ottavia Passaquindici

Psicologa Clinica e Psicoterapeuta
Servizio di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza “Parole in Movimento”, Milano