On Medicine

Anno XIX, Numero 3 - settembre 2025

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IL PARERE DELLO SPECIALISTA

Le terapie avanzate, nuove frontiere della medicina rigenerativa

M. Manoni

Negli ultimi anni, il mondo della medicina ha assistito a una rivoluzione: l’avvento delle terapie avanzate, ovvero quelle terapie che sfruttano cellule, geni o tessuti ingegnerizzati per trattare malattie che fino a poco tempo fa erano considerate incurabili o estremamente difficili da gestire. Si parla di patologie rare, malattie genetiche, alcuni tipi di tumori e condizioni degenerative croniche.
Sono tre le categorie di terapie avanzate: la terapia genica, la terapia cellulare e l’ingegneria tissutale.

Terapia genica: correggere il difetto alla radice


La terapia genica consiste nel correggere direttamente il difetto genetico alla base di una patologia, spesso rara ed ereditaria, andando a modificare il DNA all’interno delle cellule.

In pratica, se una malattia è causata da un gene difettoso può essere possibile introdurre una copia funzionante di quel gene nelle cellule del paziente attraverso vettori, di solito virus resi innocui, che trasportano il materiale genetico “sano” nelle cellule bersaglio. Una volta all’interno, il nuovo gene può iniziare a produrre la proteina mancante o correggere l'errore.

Un esempio di terapia genica viene dall’Italia ed è uno dei primi 4 procedimenti di questo tipo approvati dall’EMA: il trattamento per l’ADA-SCID (una forma rara e letale di immunodeficienza congenita) sviluppato presso il San Raffaele-Telethon Institute for Gene Therapy (SR-Tiget) di Milano. In questo caso, le cellule staminali ematopoietiche del paziente vengono prelevate, corrette geneticamente in laboratorio e poi reinfuse, permettendo al sistema immunitario di svilupparsi correttamente. Questa tipologia di trattamento è conosciuta come ex vivo, mentre esiste il trattamento in vivo nel quale si possono somministrare direttamente vettori virali che presentano un trofismo specifico verso le cellule dei vari tessuti interessati. Oltre all’ADA-SCID, terapie geniche sono approvate per alcune patologie quali ad esempio, l’emofilia, la distrofia retinica ereditaria, la distrofia muscolare spinale e la leucodistrofia metacromatica o sono in fase di sperimentazione per diverse altre patologie, tra cui, ad esempio, alcune malattie neurodegenerative, la distrofia muscolare di Duchenne, l’atassia di Friedreich e la sordità congenita. L'Italia è coinvolta in molti di questi progetti grazie a una rete consolidata di ospedali, centri di ricerca e biotecnologie all'avanguardia.

Terapia cellulare: curare con cellule vive


La terapia cellulare si basa sull’impiego di cellule vive per trattare malattie, promuovere la rigenerazione dei tessuti o modulare la risposta immunitaria. A differenza della terapia genica, che lavora su un DNA patologico come bersaglio, la terapia cellulare utilizza direttamente cellule "funzionali" (modificate o meno) per ottenere un effetto terapeutico. Le cellule possono provenire dallo stesso paziente o da un donatore.

La più nota tra le terapie cellulari disponibili è quella a base di CAR-T (Chimeric Antigen Receptor T-Cells): una tecnologia in cui i linfociti T del paziente vengono prelevati, geneticamente modificati per riconoscere specifici antigeni tumorali, e poi reinfusi. Una volta re-inserite nell’organismo, queste cellule attaccano e distruggono le cellule tumorali bersaglio.

Sono in via di sviluppo trattamenti a base di cellule staminali mesenchimali per la rigenerazione di tessuti (es. cartilagini, ossa, cuore) e cellule che modulino malattie autoimmuni e trapianti.

Ingegneria tissutale


L’ingegneria tissutale mira a sviluppare sostituti biologici per riparare, mantenere e migliorare i tessuti o gli organi malati o danneggiati, sfruttando principi di biologia, ingegneria e scienza dei materiali. Combinando cellule, materiali di supporto chiamati "scaffold" e fattori di crescita, questa disciplina permette di coltivare tessuti in laboratorio per applicazioni come protesi biologiche o medicina rigenerativa. A oggi, l’ingegneria tissutale ha fornito risultati importanti nella rigenerazione della pelle, dei nervi periferici, delle cartilagini e del tessuto corneale per il trattamento di ustioni.

Le terapie avanzate rappresentano una delle più importanti innovazioni della medicina contemporanea. Offrono la possibilità non solo di trattare, ma di curare definitivamente alcune malattie, personalizzando la cura sul singolo paziente.


Bibliografia di riferimento

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Ferrua F., et al., Twenty Five Years of Gene Therapy for ADA SCID: From Bubble Babies to an Approved Drug, Human Gene Therapy, vol. 28, n. 11, novembre 2017. Liebert Publishing

Locatelli F., Pagliara D., De Ioris M.A., et al., GD2 targeting CAR T cells in high risk neuroblastoma: a phase 1/2 trial, Nature Medicine, 2025. PubMed

Casadei B., Argnani L., Guadagnuolo S., Pellegrini C., Stefoni V., Broccoli A., et al., Real World Evidence of CAR T Cell Therapies for the Treatment of Relapsed/Refractory B Cell Non Hodgkin Lymphoma: A Monocentric Experience, Cancers, vol. 13, n. 19, 2021. MDPI

\Foglia E., Garagiola E., Ladisa V., Rambaldi A., Cairoli R., Sammassimo S., et al., Multidimensional Results and Reflections on CAR T: The Italian Evidence, International Journal of Environmental Research and Public Health, vol. 20, n. 5, 2023.



Marco Manoni
Biologo e biotecnologo