On Medicine

Anno XVIII, Numero 4 - dicembre 2024

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FOCUS

Sci alpino e infortuni: evidenze e deduzioni

Redazione On Medicine


Lo sci alpino sia agonistico sia amatoriale può associarsi a un alto rischio di lesioni muscoloscheletriche e cerebrali. Nonostante gli sforzi compiuti negll'ultimo decennio per migliorare la sicurezza degli sciatori, i tassi di infortunio non sono diminuiti in modo sostanziale.
La ricerca epidemiologica sugli incidenti legati alla pratica dello sci alpino è cresciuta molto lentamente, sia perché l'acquisizione di dati sanitari in ambito accidentologico è sempre stata difficoltosa, sia per la complessità e multifattorialità delle cause degli infortuni, sia per la difficoltà di quantificare precisamente l'effettiva esposizione al rischio dei soggetti coinvolti.
Le prove relative a strategie preventive efficaci nelle gare di sci alpino sono limitate e impegnative a causa delle piccole dimensioni dei campioni, dei limiti metodologici e della costante evoluzione dei fattori di infortunio, delle attrezzature e dei regolamenti delle competizioni.

I dati dall’Italia


Secondo una stima del Dipartimento ambiente e connessa prevenzione primaria - Reparto ambiente e traumi dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha attinto dati parziali relativi agli incidenti sportivi messi a disposizione da varie fonti (CONI, Polizia di Stato, Istituto Superiore di Sanità, ecc.), possiamo attenderci in Italia circa 30.000 incidenti/anno causati dalla pratica di sport invernali; tra questi circa il 5% richiedono assistenza in ricovero ospedaliero.
L’80% degli incidenti segnalati avviene in entrambi i sessi tra i 10 e i 49 anni. La fascia oraria maggiormente interessata dagli infortuni è quella tra le 10:30 e le 16:30, in particolare durante il weekend; nella maggioranza dei casi a essere coinvolti sono gli sciatori, seguiti dagli snowboarder e dagli utilizzatori di bob e slittino.
I traumi per cui viene più frequentemente richiesto un intervento di soccorso sulle piste sono le distorsioni, seguite da contusioni, fratture, ferite e lussazioni. Le lesioni differiscono a seconda dell’attrezzo utilizzato: la distorsione, soprattutto a carico degli arti inferiori, è tipica dello sci; la frattura è più frequente negli snowboarder, prevalentemente a livello di arti superiori.

I dati dalla letteratura


Un gruppo di ricercatori ha condotto una revisione sistematica degli studi dedicati a epidemiologia ed eziologia degli infortuni nelle gare di sci alpino e alle relative misure di prevenzione. Sono stati considerati gli ultimi 25 anni, periodo che coincide con la diffusione diffusa degli sci carving nella pratica agonistica. Sono stati inclusi studi che descrivevano gli infortuni e i fattori di rischio; sono stati ha analizzati gli eventi scatenanti che hanno portato al trauma e valutati gli effetti degli interventi preventivi.
In generale, gli studi presi in considerazione prevedevano popolazioni di diversi livelli di competizione ed età, analizzando sia i fattori di rischio correlati all'atleta (affaticamento, aspetti fisici, preparazione alla gara e comportamento in caso di incidente) sia i comuni fattori di rischio di infortunio. Circa il 40% degli studi ha considerato i fattori relativi all'impostazione del percorso e all'attrezzatura, mentre solo il 10% di questi ha considerato i fattori di rischio correlati alla neve.
Pochi studi hanno considerato la valutazione e l’attuazione di strategie preventive quali l'attrezzatura da sci, le regole e i regolamenti, la progettazione del percorso e la preparazione della neve, evidenziando una notevole lacuna della ricerca relativamente alla prevenzione degli infortuni nelle gare di sci alpino. Più della metà degli studi ha indagato i fattori di rischio legati agli atleti, mentre solo il 10% ha indagato i fattori legati alle condizioni della neve, che invece gli stakeholder delle gare di sci alpino percepiscono come la massima priorità tra tutti i fattori di rischio; colmare questo divario potrebbe rappresentare un punto di partenza fondamentale per lo sviluppo di misure di prevenzione efficaci.
Il tipo di incidenti e le lesioni osservate mettono in luce l’importanza di un’adeguata preparazione fisica nell’affrontare questo sport, che prevede di non ignorare i segnali che il fisico invia (stanchezza, dolori muscolari, sensazione di freddo, fame…) per non esporsi a rischi inutili, spesso evitabili con una sosta o con un’adeguata protezione. A questo proposito, ampie evidenze scientifiche dimostrano come il casco sia un mezzo di prevenzione molto efficace nel ridurre il rischio di trauma cranico; sarebbe, quindi, buona prassi che il casco fosse utilizzato da tutti gli sciatori.


Letteratura di riferimento

  • Bonell Monsonís O et al. We know a lot about little and little about a lot: A contextualized scoping review on injury prevention in alpine ski racing. Scand J Med Sci Sports 2024;34(1):e14533.
  • Giustini M et al. Incidenti sulle piste da sci – Il sistema di sorveglianza SIMON. Istituto Superiore di Sanità. EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica. Disponibile su https://www.epicentro.iss.it/focus/neve/marcogiustini